“La Biblia se vuelve más y más bella en la medida en que uno la comprende.”

GOETHE
DE LA CARTA DE JUAN BAUTISTA SCALABRINI A SUS MISIONEROS
01/27/2020
Convegno storico Piacenza, 9-12 Novembre 2005
01/27/2020

Scalabrini

PIACENZA ESTUDIA LA ECLESIOLOGIA DE SCALABRINI

27 de enero de 2020

Convegno storico Piacenza, 9-12 Novembre 2005

Estuvo en primera fila al tomar en cuenta a los migrantes italianos, que a millones al final del ‘800 se dirigían a las ciudades y en las periferias estadounidenses buscando el huir de la miseria del propio paìs. Monseñor Juan Bautista Scalabrini, Obispo de Piacenza –del cual este año se recuerda el centenario de la muerte- fue el pastor de los migrantes, promotor de iniciativas concretas de ayuda material y moral hacia los italianos que iban al extranjero. Y fue también un obispo “social” convencido –junto al obispo Bonomelli de Cremona- que fuera un deber de los pastores estar codo a codo con las clases más pobres y más débiles, encaminando obras de asistencia pero sobretodo educando a una nueva conciencia social. Si Scalabrini es recordado sobre todo como hombre de acción, protagonista de los problemas de la Iglesia y de Italia del final del siglo XIX, no va ciertamente desvalorizado que fue un innovador también del pensamiento eclesiológico, favoreciendo una plena recuperación de la dimensión espiritual e histórica-salvífica de la Iglesia. Y es “La Eclesiología de Scalabrini” el título de la convención que se abrió el 10 de noviembre en Piacenza y que por tres días verá reunidos históricos, teólogos y obispos para debatir sobre la figura poliédrica y profética de un pastor de la Iglesia Universal. Porque propio la visión de obispo de la Iglesia entera y no de una sola diòcesis está a la base de múltiples actividades de Scalabrini, como ha recordado al convenio Saverio Xeres, del seminario de Como. “El choque sufrido con los intransigentes que aparecían a sus ojos pasar por alto la autoridad de los obispos para cubrirse instrumentalmente detrás de la autoridad del Papa, provocarán en Scalabrini recuperar la importancia de la figura del obispo, a parcial corrección de la excesiva acentuación de Roma”, recordó Xeres. “Y el entrar de lleno en la gran cuestión de los migrantes, lo hacen recuperar el sentido de responsabilidad del obispo en la guía de toda la Iglesia que El Vaticano lo había de hecho omitido en reconocerle”. Importante también el compromiso de Scalabrini por volver a componer las distancias con las modernidad. “De sus cartas pastorales se lee una insistencia sobre el papel cultural de la Iglesia en la construcción de la nación y sociedad –italianas-“, añadió Angelo Manfredi, enseñante de Historia de la Iglesia. “Su intento era reportar la ciencia, el arte, la legislación a su origen cristiana, hasta llegar a leer en términos positivos el eslogan revolucionario libertad, igualdad y hermandad”.

por Pierangelo Giovanetti del Periódico Avvenire

>Comunicato stampa – 10.11.2005

“L’ecclesiologia di Scalabrini”

Mercoledì 9 novembre, a conclusione delle celebrazioni e delle iniziative svoltesi quest’anno per il centenario della morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), si è aperto a Piacenza nella Casa Madre dei Missionari Scalabriniani il Convegno Storico “L’ecclesiologia di Scalabrini”.

Il Convegno ha preso avvio con una serata di presentazione che ha visto l’intervento del Vicario Generale della Congregazione Scalabriniana, P. Gaetano Parolin, l’Assessore alle politiche sociali del comune piacentino, Leonardo Mazzoli, e il Vescovo di Piacenza, Mons. Luciano Monari.

Nel corso della mattinata del 10 novembre, alla presenza di circa 120 partecipanti, tra cui numerosi storici e ricercatori esperti dell’epoca storica presa in esame, si sono susseguiti i primi tre relatori, coordinati da P. Silvano Guglielmi.

Il tema affrontato nella fase iniziale del Convegno è stato: “L’ecclesiologia e la spiritualità di Scalabrini nel contesto storico-teologico di fine ‘800”.
Significativo è il fatto che siano stati presi in considerazione i contesti ecclesiali di tre aree geografiche molto distanti: Europa, Brasile e Stati Uniti, segno che l’attenzione pastorale di G. B. Scalabrini per gli emigranti lo portò inevitabilmente ad aprire il suo orizzonte a continenti diversi.

Il Prof. Giacomo Canobbio, Docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale ed il Seminario di Brescia, ha tracciato in primo luogo il quadro storico-teologico dell’ecclesiologia di fine Ottocento e inizio Novecento in ambito europeo, nel quale va situato il pensiero e l’azione di G. B. Scalabrini. Evento fondamentale per la riflessione teologica sulla Chiesa in tale epoca è stato il Concilio Vaticano I, che dovendo affrontare nel periodo risorgimentale una fase di indebolimento dell’autorità del Papa e una serie di questioni legate alla salvaguardia della verità, non recepì i nuovi sviluppi dell’ecclesiologia (Chiesa come Corpo mistico di Cristo, ecclesiologia trinitaria e sacramentale) che alcuni teologi andavano elaborando e che verranno ripresi solo in epoche successive.

Il Prof. José Oscar Beozzo, Docente di Storia della Chiesa all’Università Cattolica di San Paolo, ha delineato le profonde trasformazioni che tra il 1850 e i primi decenni del XX secolo caratterizzarono il Brasile sotto il profilo sociale, politico, culturale e religioso. In particolare l’abolizione della schiavitù aprì la strada alla sostituzione degli schiavi con immigrati provenienti da altre aree geografiche: quattro milioni di persone dall’Europa e dal Medio ed Estremo Oriente. I primi missionari inviati da G. B. Scalabrini avviarono la cura pastorale per gli immigrati italiani nelle colonie del Brasile meridionale, nelle “fazendas” del caffè e nei rioni operai delle città.

Altra principale area geografica di destinazione dell’emigrazione italiana furono gli Stati Uniti, che nella seconda metà dell’Ottocento videro il massiccio afflusso di nazionalità prevalentemente cattoliche. Il terzo relatore, Prof. Edward Stibili della Facoltà di Storia del “Calumet College of St. Joseph” a Whiting (Indiana), ha illustrato la posizione della gerarchia nordamericana nei confronti degli immigrati italiani, considerati un “problema” perché apparentemente indifferenti alla religione e facilmente preda del proselitismo protestante. Se la questione della lontananza dalla fede era reale, non avvenne in realtà una conversione di massa degli italiani al protestantesimo. Tuttavia, con la collaborazione di Vescovi italiani e di congregazioni religiose furono erette scuole, parrocchie e centri sociali per venire incontro alle necessità spirituali e materiali degli italiani: anche in questo contesto giocò un ruolo fondamentale G. B. Scalabrini con i suoi missionari.

Luisa Deponti

Fuente/Autor: Luisa Deponti

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