Comunicato stampa 11.11.2005
Lecclesiologia di Scalabrini
Dopo lintensa mattinata ricca di contenuti, la giornata di giovedì 10 novembre è continuata con unaltra serie di interventi riguardanti Lecclesiologia e la spiritualità di Scalabrini nel contesto storico-teologico di fine 800.
Mons. Saverio Xeres, Docente di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dellItalia Settentrionale ed il Seminario vescovile di Como, ha preso in esame lo sviluppo del pensiero ecclesiologico del Vescovo di Piacenza nei testi da lui pubblicati. Nelle Conferenze tenute sul Vaticano I, G. B. Scalabrini si allinea pienamente alla visione di Chiesa che ne scaturisce, tuttavia, si notano alcuni elementi di discontinuità che verranno a maturazione in seguito, attraverso le sue esperienze ecclesiali concrete: tra questi, il recupero della dimensione spirituale e storico-salvifica della Chiesa e la volontà di non chiudersi in un atteggiamento di difesa tipico degli ambienti ecclesiastici del tempo. Proprio la sollecitudine per i migranti lo condurrà a sviluppare quel senso di responsabilità di ogni Vescovo nella guida di tutta la Chiesa non preso in considerazione dal Vaticano I.
Il Prof. Angelo Manfredi, Docente di Storia della Chiesa presso lo Studio Teologico dei Seminari di Crema, Cremona, Lodi e Vigevano, ha, poi, approfondito il pensiero ecclesiologico di G. B. Scalabrini nelle sue lettere pastorali. Anche in questo caso, accanto ad una generale adesione alla ecclesiologia del tempo, si notano alcuni interessanti aperture di dialogo con la modernità, tra cui in particolare laccentuazione del ruolo culturale della Chiesa nella costruzione della nazione e della civiltà italiana, nel tentativo di recuperare i fondamenti cristiani della scienza, dellarte, della legislazione e persino delle aspirazioni rivoluzionarie di libertà, uguaglianza, fraternità. In questa visione si iscrivono anche scelte pastorali come il grande impegno per la catechesi e la valorizzazione del laicato credente.
La spiritualità di Scalabrini è stato, infine, il tema trattato dallultimo relatore della giornata, il Prof. Pietro Zovatto, Docente di Storia delle Religioni e di Storia Moderna presso la Facoltà di Scienze della Formazione di Trieste. Dal suo intervento si evince la figura di uno Scalabrini che, pur essendo stato formato secondo la tipica spiritualità ottocentesca imperniata soprattutto su devozioni, rispetto di precetti esteriori e su una visione di santità come pura soprannaturalità, trasforma con la sua adesione interiore ogni pratica ascetica in contemplazione. Egli arriva ad essere un uomo completo, per ricchezza di doti umane e di carisma divino, nellequilibrio tra preghiera ed azione.
La seconda giornata di Convegno è stata dedicata all’approfondimento di alcuni aspetti particolari della figura del Vescovo Scalabrini.
“Il ruolo e la responsabilità dei laici nella prospettiva di G.B. Scalabrini” è stato il tema svolto da Giorgio Campanini, già Professore di Storia delle dottrine politiche dell’Università di Parma e studioso del Movimento cattolico dell’Ottocento e del Novecento. Campanini ha rilevato le interessanti aperture del pensiero di Scalabrini sul laicato, che si manifestano: nel coinvolgimento dei laici nell’Associazione socio-assistenziale “San Raffaele” per gli emigranti, nel prevedere per loro un ruolo attivo nella catechesi, nel favorire – come conseguenza della sua posizione conciliatorista una più incisiva presenza nella società e nella politica.
Don Luigi Guglielmoni, specialista di catechetica, ha considerato uno degli aspetti centrali dellazione pastorale di Scalabrini, che gli è valso il titolo di Apostolo del Catechismo. Di fronte alle masse contadine e operaie disprezzate dalla classe dirigente, Scalabrini sente limportanza della scolarizzazione e della formazione. La catechesi è pensata nell’ottica delleducazione della persona, come antidoto alla decadenza morale e sociale del suo tempo, ricerca di sinergia tra ragione e fede, contro i pericoli del relativismo, del fideismo, della superstizione. Per questo riorganizza le scuole della dottrina cristiana in Diocesi, valorizzando l’apporto dei laici e convoca il primo Congresso catechistico della storia della Chiesa italiana. Il contributo di Scalabrini ha detto don Guglielmoni è ancora estremamente attuale e può essere utile per esaminare le nuove problematiche della trasmissione della fede oggi.
Sr. Lice Maria Signor, delle Suore Missionarie di S. Carlo Scalabriniane, ha investigato “Il coinvolgimento della donna nel Progetto Pastorale di Mons. Scalabrini”. Anche qui, benché figlio del suo tempo, Scalabrini sa cogliere la peculiarità dell’indole femminile. La relazione ha mostrato gli spazi di effettiva partecipazione della donna nel progetto pastorale del Vescovo di Piacenza, per il quale riteneva necessaria una convergenza di forze che integrasse maschile e femminile. La fecondità di questa apertura al contributo della donna si è attualizzata in varie iniziative pastorali ed è ancora viva oggi negli Istituti delle Suore Missionarie di S. Carlo Scalabriniane da lui fondate e delle Missionarie Secolari Scalabriniane, sorte nel 1961, che a lui si ispirano.
Fuente/Autor: Mariella Guidotti